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Lio Nase è un giornalista, uno da bar, da night, dagli incontri improbabili, smidollati, intellettuali, donne e pervertiti comuni; un santo padre del tutto bizzarro, l'amico Gino Pescespada, una figlia e un io immaginario. Messo alla prova con una nuova rubrica tra Napoli, la sua testa e il mondo, Lio cerca di districarsi nel variegato tessuto delle devianze umane, un viaggio a metà tra le vite degli altri e la ricerca di sé, un misuratore, un parametro dissociato di giudizio tra ossessioni comuni, patologie, fantasmi decadenti, realtà immaginarie e immaginazioni reali, tra "fenicotteri rosa nati e cresciuti all'inferno pronti ad assalirti per rubarti l'anima ed il giudizio". Come direbbe Frenk detto o' Farina "Ecco dove sarei dovuto essere! Da un'altra parte, tutto qui." così da evitare la galleria di personaggi grotteschi e paradossali di questo esercizio creativo, per evitare di riconoscerci in quello che sappiamo di essere ma non vogliamo ricordare di conoscere. E quando la scena si restringe, il tempo è finito e manca "poco ai titoli di coda, la senti arrivare: la morte, stava per staccare: game over, gioco finito e vedi la scritta lampeggiare: inserire monetina".